Inflazione

(aggiornato il 23 febbraio 2024)

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

L’analisi dei contributi permette di scomporre l’inflazione nelle sue componenti. La variazione tendenziale degli indici dei prezzi al consumo,  è uguale alla somma dei contributo di ogni singolo prodotto, il cui peso dipende dalla importanza relativa sulla spesa per consumi delle famiglie.

Gennaio 2024

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202401_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202401_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202401_prezzi3a

Il 2024 inizia con un rimbalzo dell’inflazione che risale da 0,6% di dicembre a 0,8% di gennaio, mentre la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici) scende al 2,7%, quattro decimi meno dello scorso mese.
Diminuiscono sia i contributi positivi (3,22%) che quelli negativi (-2,40%), ma questi ultimi si riducono maggiormente.
Continua a essere elevato l’aumento dei prezzi dei beni a maggior consumo (generi alimentari, prodotti per la pulizia della casa e per l’igiene personale), il cosiddetto “carrello della spesa”, che rispetto a gennaio dello scorso anno sono cresciuti del 5,1%.
E’ l’olio di oliva che, infatti, ora guida l’elenco dei prodotti che incidono maggiormente, insieme ai prezzi delle riparazioni auto, servizi ricettivi, affitti, gas (mercato tutelato rimasto solo per un numero limitato di utenti economicamente più fragili).
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato libero di energia elettrica e gas, carburanti e alcuni prodotti tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è ora dei servizi (+1,3%) e poi alimentari e bevande (+1,1%), 
altri beni (+0,5%), automobili (+0,1%). Gli energetici producono un effetto calmieratore (-2%), come pure i prodotti tecnologici (-0,2%).

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Media 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202312_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202312_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202312_prezzi3

Nel 2023 i prezzi al consumo sono aumentati del 5,7%, in calo rispetto al 8,1% dello scorso anno, ma un valore comunque elevato, che ha messo a dura prova il portafoglio degli italiani, tanto più che a crescere maggiormente sono stati i prezzi dei beni a maggior consumo (generi alimentari, prodotti per la pulizia della casa e per l’igiene personale), il cosiddetto “carrello della spesa”, che ha fatto segnare un +9,5% (dopo l’8,4% del 2022) .
La dinamica più accentuata dei prezzi dei generi di prima necessità ha penalizzato maggiormente le famiglie meno abbienti, che hanno sopportato un’inflazione superiore alla media.
La componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici) è salita anch’essa al 5,1%, ben oltre il target di crescita annuale dei prezzi del 2% tollerato dalla Bce, che difatti è corsa ai ripari, rialzando per sei volte nel 2023 il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, dal 2,5% di dicembre 2022 al 4,5% in vigore dal 20 settembre. 
Fortunatamente a fine anno sia l’inflazione (+0,6%), sia la componente di fondo (+3,1%) sembrano aver imboccato un sentiero di discesa, anche se il carrello della spesa resta pur sempre a +5,3% tendenziale.
Rispetto al 2022 scendono da 8,57 a 6,12 i contributi positivi, mentre quelli negativi sono sostanzialmente stabili (da -0,36 a -0,5).
L’aumento dell’inflazione nel 2023 è attribuibile per oltre 1 punto percentuale al mercato libero dell’energia elettrica e del gas, ma crescono anche i prezzi di alberghi e ristoranti e di alcuni servizi (manutenzione auto, domestici, bancari).
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente ad alcune componenti tariffarie delle bollette di luce e gas, carburanti per autotrazione, beni tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, contribuiscono all’inflazione gli Alimentari (1,9%), i Servizi (+1,8%),  Altri beni (+0,9%), gli Energetici (+0,8%),  Auto e moto (+0,3%).
Le prospettive per il 2024 sono discrete: l’effetto di trascinamento è nullo e a meno di nuove fiammate sui prezzi energetici, le ricadute della spinta inflazionistica del 2022 dovrebbero aver esaurito i loro effetti, favorendo un rientro nella normalità fin dai primi mesi.

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Novembre 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202311_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202311_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
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Ulteriore discesa dell’inflazione da 1,7% di ottobre a 0,7%, mentre la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici) scende al 3,6%, sei decimi meno dello scorso mese.
La decelerazione è dovuta soprattutto al calo dei contributi positivi (3,66%), ma anche all’aumento di quelli negativi (-3,01%).
E’ l’olio di oliva che ora guida l’elenco dei prodotti che incidono maggiormente, insieme ai prezzi dei servizi ricettivi, benzina, servizi domestici e riparazione auto.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato libero di energia elettrica e gas, oltre ad alcuni prodotti tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è ora dei servizi (+1,5%) e poi alimentari e bevande (+1,1%), 
altri beni (+0,5%), automobili (+0,2%). Gli energetici producono ora un effetto calmieratore (-2,6%), come pure i prodotti tecnologici (-0,1%).

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Ottobre 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202310_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202310_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202310_prezzi3

Forte riduzione dell’inflazione dal 5,3% di settembre a 1,7%, mentre la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici) scende al 4,2%, quattro decimi meno dello scorso mese.
Un calo ampiamente previsto, dato che a ottobre dello scorso anno si erano registrati forti aumenti nel comparto energetico.
La decelerazione è dovuta al calo dei contributi positivi (4,46%), ma soprattutto all’aumento di quelli negativi (-2,7%).
La benzina torna a guidare l’elenco dei prodotti che incidono maggiormente, insieme ai prezzi dei servizi ricettivi, olio di oliva, riparazione auto, servizi domestici e mercato tutelato del gas.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato libero del gas, all’energia elettrica e ad alcuni prodotti tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è ora dei servizi (+1,7%) e poi alimentari e bevande (+1,2%), 
altri beni (+0,6%), automobili (+0,2%). Gli energetici invertono la tendenza e producono ora un effetto calmieratore (-2%).

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Agosto 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202308_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202308_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202308_prezzi3

Prosegue la fase discendente dell’inflazione che ad agosto si riduce al 5,4%, mentre la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici) scende al 4,8%, quattro decimi meno dello scorso mese.
La decelerazione è dovuto sia al calo dei contributi positivi (5,99%), nonostante la contrazione di quelli negativi (-0,58%).
Tra i prodotti che incidono maggiormente si segnalano il mercato libero dell’energia elettrica e del gas, che insieme contribuiscono per 0,85 punti sui 5,4 complessivi. Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, riparazione auto, benzina, servizi domestici e bancari, e tra gli alimentari olio.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato tutelato del gas e ai voli aerei extranazionali.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è di  alimentari e bevande (+1,9%) e poi i servizi (+1,7%), gli energetici (+0,8%), 
altri beni (+0,8%), automobili (+0,2%).

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Luglio 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202307_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202307_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
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Ancora in calo l’inflazione a luglio al 5,9% ed è in riduzione anche la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici), che scende al 5,2%, quattro decimi meno dello scorso mese.
La decelerazione è dovuta sia al calo dei contributi positivi (7,06%), sia all’aumento di quelli negativi (-1,04%).
Tra i prodotti che incidono maggiormente si segnalano il mercato libero dell’energia elettrica e del gas, che insieme contribuiscono per 1,7 punti sui 5,9 complessivi. Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, riparazione auto, servizi domestici, olio, servizi bancari, food delivery.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente ai carburanti, mercato tutelato del gas e alcuni prodotti tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è di  alimentari e bevande (+2,0%) e poi i servizi (+1,8%), gli energetici (+0,9%), 
altri beni (+0,8%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

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Giugno 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202306_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
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Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
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Prosegue la riduzione dell’inflazione che a giugno scende al 6,4% ed è in riduzione anche la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici), che si riduce al 5,6%, quattro decimi meno dello scorso mese.
La decelerazione è dovuta sia al calo dei contributi positivi (7,34%), sia all’aumento di quelli negativi (-0,95%).
Tra i prodotti che incidono maggiormente si segnalano il mercato libero dell’energia elettrica e del gas, che insieme contribuiscono per 1,8 punti sui 6,4 complessivi. Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, riparazione auto, servizi domestici, olio, formaggi, servizi bancari, food delivery,
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente ai carburanti, mercato tutelato del gas e alcuni prodotti tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è ora di  alimentari e bevande (+2,1%) e poi i servizi (+2%), gli energetici (+1%), 
altri beni (+0,9%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

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Maggio 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202305_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202305_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202305_prezzi3

Riprende a scendere l’inflazione che a maggio si fissa al 7,6% ed è in riduzione anche la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici), che scende al 6,0%, due decimi meno dello scorso mese.
La decelerazione è dovuta sia al calo dei contributi positivi (8,16%), sia all’aumento di quelli negativi (-0,60%).
Tra i prodotti che incidono maggiormente si segnalano il mercato libero dell’energia elettrica e del gas, che insieme contribuiscono per 2,3 punti sui 7,6 complessivi. Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, riparazione auto, servizi domestici, formaggi, servizi bancari, voli aerei in Europa, food delivery,
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato tutelato del gas, carburanti e alcuni prodotti tecnologici,.
Tra i raggruppamenti di prodotti, il maggiore contributo all’inflazione è ora di  alimentari e bevande (+2,3%) e poi i servizi (+2%), gli energetici (+1,9%), 
altri beni (+1%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

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Aprile 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202304_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202304_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202304_prezzi3

Ripresa momentanea dell’inflazione al 8,2% ad aprile dal 7,6% di marzo, dovuta alla riduzione delle accise sulle benzine dello scorso anno, che penalizza il confronto tendenziale.
La componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici), infatti, si riduce
al 6,2%, un decimo meno dello scorso mese.
Restano stabili i contributi positivi (8,59%), mentre si riducono quelli negativi (-0,41%).
Tra i prodotti che incidono maggiormente si segnalano il mercato libero dell’energia elettrica e del gas. Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, riparazione auto, formaggi, voli aerei europei, food delivery, servizi domestici.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato tutelato del gas, ai prodotti tecnologici, gli stabilimenti balneari  e tra i prodotti orticoli i finocchi.
Tra i raggruppamenti di prodotti, contribuiscono all’inflazione gli energetici (+2,4%), alimentari e bevande (+2,3%), servizi (+2,1%),
  altri beni (+1%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

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Marzo 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202303_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202303_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202303_prezzi3

Anche a marzo inflazione in calo a 7,6% dal 9,1% di febbraio.
Un ulteriore fattore positivo è la stabilizzazione della componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici)
che resta al 6,3%, come lo scorso mese.
In diminuzione sono soprattutto i contributi positivi (8,58%), ma iniziano a rivedersi anche quelli negativi (-0,94%).
Tra i prodotti che incidono maggiormente si segnalano il mercato libero dell’energia elettrica e del gas. Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, formaggi, riparazione auto, food delivery, voli aerei europei, servizi domestici.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato tutelato del gas, ai carburanti, ai prodotti tecnologici, stabilimenti balneari  e tra i prodotti orticoli i finocchi.
Tra i raggruppamenti di prodotti, contribuiscono all’inflazione gli alimentari e bevande (+2,5%), servizi (+1,9%),
energetici (+1,8%), altri beni (+1%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

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Febbraio 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202302_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202302_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202302_prezzi3

Prosegue a febbraio la discesa dell’inflazione a 9,1% dal 10% di gennaio.
Aumenta però ancora la componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici)
che sale dal 6% al 6,3%, un segnale non rassicurante.
In diminuzione sono soprattutto i contributi positivi (9,71%), con quelli negativi quasi stabili (-0,57%).
Si riduce di oltre un punto il contributo della componente energetica (+3,3%): la bolletta della luce (2,2 punti), del gas (0,9), mentre è più limitato l’impatto dei carburanti (0,2). Crescono anche i prezzi dei servizi ricettivi, formaggi, riparazione auto, voli aerei europei, food delivery, servizi domestici.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato tutelato del gas, ai prodotti tecnologici, stabilimenti balneari, alcuni prodotti orticoli (zucchine, finocchi).
Tra i raggruppamenti di prodotti, contribuiscono all’inflazione gli energetici (+3,3%), alimentari e bevande (+2,5%), servizi (+1,8%),
  altri beni (+1,1%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

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Gennaio 2023

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionalevalori percentuali
202301_prezzi1
(*) Core inflation = variazione dell’indice dei prezzi al consumo al netto dei prodotti energetici e dei beni alimentari non trasformati
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodottovalori percentuali
202301_prezzi2

Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodottovalori percentuali
202301_prezzi3

A gennaio l’inflazione ha intrapreso un percorso di riduzione dopo il picco di fine 2022, anche se resta ancora in doppia cifra (+10%).
La componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici)
è salita dal 5,8% al 6%, un segnale non rassicurante.
In diminuzione sono soprattutto i contributi positivi (10,55%), ma un aiuto arriva anche da quelli negativi (-0,55%).
L’aumento dell’inflazione è dovuto ancora in prevalenza dalla componente energetica (+4,4%) e in particolar modo alla bolletta della luce (2,73 punti), del gas (1,39), mentre è più limitato l’impatto dei carburanti (0,33). Crescono anche i prezzi di alcuni generi alimentari (pollame e formaggi), alberghi, voli aerei europei.
Il contributo negativo è ascrivibile principalmente al mercato tutelato del gas, ai prodotti tecnologici, stabilimenti balneari, alcuni prodotti orticoli (zucchine, finocchi).
Tra i raggruppamenti di prodotti, contribuiscono all’inflazione gli energetici (+4,4%), alimentari e bevande (+2,4%), servizi (+1,7%),
  altri beni (+1,1%), automobili (+0,3%) e prodotti tecnologici (+0,1%).

 

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Inflazione – anno 2022

Inflazione – anno 2021

Inflazione – anno 2020

Inflazione – anno 2019

Inflazione – anno 2018

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Inflazione – anno 2014

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