Amministrative 2022, identikit di due città al voto: Palermo e Genova

di Franco Mostacci

PalermoGenova
Alle prossime elezioni amministrative andranno al voto anche Palermo e Genova, due città con alcuni tratti in comune e molte differenze.

Con 630 mila residenti la prima e 560 mila la seconda sono rispettivamente la quinta e la sesta realtà cittadina italiana, anche se gli abitanti sono diminuiti negli ultimi anni, per la sfavorevole dinamica demografica, soprattutto migratoria a Palermo e naturale a Genova.

Si affacciano entrambe sul mare, ma mentre il porto del capoluogo siciliano ha una vocazione maggiormente turistica (il mese scorso è stato inaugurato il nuovo terminal crociere), quello ligure è uno dei principali attracchi per le navi porta container che transitano nel mediterraneo, con un’importante ricaduta occupazionale.

Nella graduatoria sulla capacità amministrativa, ricavabile dal piano degli indicatori del bilancio consuntivo 2020 dei 32 maggiori comuni italiani, Genova si trova a metà classifica, mentre Palermo è penultima (davanti a Napoli), con le criticità maggiori nel disavanzo di amministrazione, nel ricorso ad anticipazioni dell’istituto tesoriere, nella bassa incidenza delle spese a maggior impatto sociale, nella gestione del fondo pluriennale vincolato e nel basso volume degli investimenti.

Genova mostra un avanzo di amministrazione di 20 milioni di euro al 2021 (sempre in attivo dal 2014), con 190 milioni in cassa e un fondo crediti di dubbia esigibilità di quasi 400 milioni, il 43,8% dei residui attivi.
Bilancio consuntivo 2020 di Genova
Open data – Comune di Genova

A Palermo, invece, il consuntivo 2020 è stato chiuso di recente con un disavanzo di 622 milioni di euro, le casse quasi vuote e crediti difficilmente esigibili per oltre 800 milioni, quasi il 70% dei residui attivi iscritti a bilancio. I trasferimenti statali e regionali messi a disposizione per sopperire alle minori entrate e alle maggiori spese in conseguenza del Covid, non sono risultati sufficienti per tenere in piedi un bilancio già in difficoltà e a settembre 2021 il consiglio comunale del capoluogo siciliano, su proposta della Giunta, ha deliberato il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale al fine di evitare il dissesto.
Bilancio consuntivo 2020 di Palermo
Open data – Comune di Palermo

Sia Genova che Palermo non brillano per le risorse impegnate per la spesa sociale, che invece, in ossequio al principio di sussidiarietà, dovrebbero caratterizzare l’azione di governo sul territorio di un Comune, garantendo interventi e servizi in favore dei ceti più deboli.

Comune di Genova, spesa sociale 2021

Ripartizione degli impegni di spesa per Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (Missione 12) nel 2021 a Genova (euro)
Genova2021_spesasociale

Gli stanziamenti per i diritti sociali, le politiche sociali e la famiglia (missione 12 del bilancio comunale), a Genova sono solo 126 milioni di euro su quasi 1 miliardo di euro di spese finali (13%). Per infanzia, minori e asili nido sono stati destinati nel 2021 51,4 milioni di euro (il 40,8% del totale della spesa sociale), per il diritto alla casa 27,3 milioni (21,7%), ai soggetti a rischio di esclusione sociale ad 26,3 milioni (20,9%), agli anziani 8,5 milioni (6,8%), al servizio necroscopico e cimiteriale 6,1 milioni (4,8%), alla disabilità 4,8 milioni (3,8%). Quasi la totalità della spesa è stata di tipo corrente, con 67 milioni per l’acquisto di beni e servizi, 34 milioni per i redditi dei lavoratori e 22 milioni per trasferimenti correnti e solo 1,5 milioni di investimenti.

Comune di Palermo, spesa sociale 2020

Ripartizione degli impegni di spesa per Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (Missione 12) nel 2020 a Palermo (euro)
Palermo2020_spesasociale

In conseguenza delle difficoltà di bilancio, a Palermo le cose vanno decisamente peggio. Ai servizi socio-assistenziali sono dedicati solo 57 milioni sui 694 della spesa finale del 2020 (8,2%). Ai soggetti a rischio di esclusione sociale sono stati destinati 25,7 milioni di euro, ad infanzia, minori e asili nido 22,1 milioni, alla disabilità 4,7 milioni, agli anziani 1,9 milioni, al servizio necroscopico e cimiteriale 1,5 milioni. La situazione è ancor più aggravata dal fatto che solo poco più della metà delle somme impegnate è stata effettivamente pagata. Alla fine del 2020 erano stati accumulati 44,4 milioni di residui passivi sulla spesa sociale, di cui 26 generati nell’esercizio di competenza e 18,4 provenienti da esercizi precedenti e non ancora smaltiti.

Anche la situazione reddituale presenta notevoli differenze. Secondo le dichiarazioni Irpef 2020, a fronte di reddito medio lordo nazionale di 21.546 euro, gli oltre 450 mila contribuenti genovesi (l’80% della popolazione), possono contare mediamente su 23.765 euro, mentre i circa 350 mila palermitani (il 55% della popolazione) dichiarano 21.111 euro.

Comune di Genova, dichiarazioni dei redditi 2020

Genova – Composizione e Distribuzione dei redditi lordi per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2020
Genova2020_Irpef

A Genova, I redditi medi più alti si registrano nella zona costiera di levante dei municipi I, VIII e IX, con valori superiori ai 45 mila euro ad Albaro e San Giuliano (VIII municipio), mentre quelli più bassi si trovano nel medio ponente a Cornigliano (VI municipio) e a Trasta-Rivarolo-Teglia (municipio V, Valpolcevera), dove non arrivano a 20 mila euro. Più della metà del reddito complessivo è generato dal lavoro dipendente, ma la quota sale al 67% a San Vincenzo-via XX settembre, mentre è ad appena il 42% a Manin-Piazza Corbetto-via Assarotti, con entrambe le zone situate nel I municipio. Una maggiore presenza di redditi da pensione (42%) si registra, invece a Crevari-Voltri (VII municipio) e a Terpi-Montesignano-Sant’Eusebio (IV municipio). Le zone più ricche sono quelle in cui è più alta la quota di reddito da lavoro autonomo, da fabbricati e da partecipazione mentre il reddito spettante all’imprenditore, raggiunge il 4% solo a Quinto (IX municipio). A redditi medi più alti corrisponde in genere una maggiore concentrazione che tocca il suo valore massimo di 0,574 a Manin-Piazza Corbetto-via Assarotti (I municipio), mentre la media cittadina è di 0,440. Il rapporto interquintilico segue la distribuzione dei redditi, con il quinto di contribuenti più ricco che può contare su risorse economiche anche di 25 volte superiori ai più poveri.

Comune di Palermo, dichiarazioni dei redditi 2020

Palermo – Composizione e Distribuzione dei redditi lordi per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2020
Palermo2020_Irpef

A Palermo, I redditi medi più alti si registrano nella zona di via Dante, Villa Trabia (36.499 euro) e nelle zone centrali della VII e VIII circoscrizione, mentre quelli più bassi si trovano a Corso dei Mille, Messina Marine nella II circoscrizione (7.882 euro). Particolare è la situazione nella I circoscrizione dove si contrappongono Kalsa con valori superiori alla media e Ballarò, con importi ben inferiori. La metà del reddito complessivo è generato dal lavoro dipendente, ma la quota sale al 63% a Ballarò e al 61% a Kalsa, entrambi in I circoscrizione), mentre è ad appena il 38% a Corso dei Mille, Messina Marine (II circoscrizione). Una maggiore presenza di redditi da pensione si registra, invece a Corso dei Mille, Messina Marine (II circoscrizione) e a via Basile, Montegrappa (IV circoscrizione). Le zone più ricche sono quelle in cui è più alta la quota di reddito da lavoro autonomo, mentre il reddito spettante all’imprenditore, raggiunge il 4% solo a Mondello, Addaura (VII circoscrizione) e a Villagrazia (III circoscrizione). Sempre nelle zone a maggior reddito si concentrano le quote maggiori di redditi da fabbricati o da partecipazioni, con l’unica eccezione per i redditi da fabbricati a Corso dei Mille, Messina Marine (12%). La concentrazione dei redditi maggiore è a Politeama, Porto (VIII circoscrizione) con 0,545 e a Kalsa (I circoscrizione). L’altra misura di disuguaglianza dei redditi, il rapporto interquintilico, vede, invece, a via Dante, Villa Trabia (VIII circoscrizione), un reddito del quinto di popolazione più ricca pari a 21 volte.

Con una partecipazione al voto che si preannuncia particolarmente bassa, in linea di tendenza con le ultime tornate elettorali, il Sindaco che verrà (a Genova appare probabile la riconferma di Marco Bucci, candidato di centro destra, mentre a Palermo la partita per la successione all’eterno Leoluca Orlando sembra ancora aperta), avrà il suo bel daffare per risolvere i problemi della città e migliorare le condizioni di vita dei propri cittadini.