Conti pubblici annuali

(aggiornato il 1 marzo 2023)

Fonte: Istat, Ministero dell’Economia e Banca d’Italia

Anno 2022

Principali indicatori di finanza pubblica – Anni 2018-2022 (milioni di euro e valori percentuali)
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Revisione del Pil nominale  – Anni 2015-2022
(milioni di euro)
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Revisione della spesa per consumi della pubblica amministrazione – Anni 2015-2022 (milioni di euro)
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Revisione degli occupati per unità di lavoro – Anni 2015-2022 (milioni di euro)
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Revisione della pressione fiscale – Anni 2015-2022 (milioni di euro)
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Il debito pubblico rispetto al Pil – Anni 2010-2022 (valori percentuali)
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Formazione del debito pubblico, flussi (scala sx) e stock (scala dx)- Anni 1960-2022 (milioni di euro)
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Sostenibilità del debito pubblico – Anni 1960-2022 (valori percentuali)
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Nota: La soglia convenzionale è quella che garantisce l’invarianza del debito. Valori dell’indebitamento/Pil al di sotto della soglia indicano una situazione di non sostenibilità (aumento del debito pubblico/Pil)

Scomposizione della variazione del debito pubblico – Anni 1990-2022 (valori percentuali)
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Scomposizione della componente ‘snow ball’ della variazione del debito pubblico – Anni 1990-2022 (valori percentuali)
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Sotto il profilo dei conti pubblici, il 2022 è stato un anno di ulteriore consolidamento, dopo le misure straordinarie di intervento dello Stato per fronteggiare le conseguenze causate dalla emergenza sanitaria del 2020.

L’indebitamento netto ha superato per il terzo anno consecutivo i 150 miliardi (erano 27 nel 2019), attestandosi all’8% del Pil. Il dato è particolarmente elevato perchè sono stati attribuiti per intero all’anno in cui è stata effettuata la spesa, le uscite in conto capitale per il “Superbonus 110%” e per il “Bonus facciate” (la nuova contabilizzazione ha comportato anche un ricalcolo in aumento del deficit 2020 e 2021).
Rispetto alla Nota di aggiornamento al Def,  sono state registrate minori entrate per 700 milioni , che non hanno però evitato l’aumento della pressione fiscale al 43,5% , il valore più alto dal 2014. Le uscite sono, invece, superiori di 55 miliardi, in gran parte dovuti, per quanto detto sopara, ai contributi in conto capitale; anche la spesa per interessi è stata di quasi 6 miliardi superiore al previsto.

Ancora fortemente negativo l’avanzo primario (-70 miliardi) mentre la spesa per interessi è stata di 83 miliardi, 20 in più dello scorso anno, uno scotto dovuto all’aumento dei tassi di interesse causati dall’inflazione, che si ripercuoterà anche negli anni a venire.

Anche il debito pubblico ha subìto un aumento considerevole (84 miliardi a fronte degli 89 previsti nella NaDef), ma migliora di 5 punti rispetto al 2021 il rapporto debito/Pil (144,7%).

Il numero di occupati a tempo pieno (Ula) recupera da 23,1 milioni del 2021 a 23,9 milioni nel 2022 (+3,5%), ma ne mancano ancora 260 mila per tornare al livello pre pandemia.

In aumento nel 2022, come detto, la pressione fiscale, nonostante il recupero del Pil.

La formazione del debito pubblico nel corso degli anni è dovuta in gran parte (ed esclusivamente dagli anni ’90 ad oggi) alla spesa per interessi, che vanifica ogni sforzo di generare un avanzo primario. All’indebitamento che si viene così a creare si aggiungono spesso ulteriori oneri di natura finanziaria (tra cui la spesa per i contratti derivati sui titoli di Stato). Nel 2022 la variazione del debito (84 miliardi di euro) è dovuta all’indebitamento (153 miliardi), mentre i flussi finanziari, positivi per 69 miliardi, hanno contribuito alla riduzione. Sulla composizione del debito pubblico ha inciso pesantemente la riclassificazione dei bonus edilizi.

Dopo il tonfo del 2020, la sostenibilità del debito pubblico, intesa come invarianza rispetto all’anno precedente relativamente al Pil, è in netto recupero, anche se ancora in negativo (il rapporto indebitamento/Pil è inferiore alla soglia convenzionale).

L’analisi dei contributi alla variazione del debito (-5,1 punti percentuali di Pil nel 2022), mostra che è stata determinata dal cosiddetto effetto snow ball (-5,2 punti) e dal raccordo disavanzo/debito (-3,6 punti), mentre il disavanzo primario ha contribuito in senso opposto (+3,7 punti).
La riduzione del debito per l’effetto snow ball (-5,2%) è dovuta all’inflazione (-4,2%) e alla crescita del Pil (-5,3%), ma è stata ridotta dall’aumento della spesa per interessi nominali (+4,3%).

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Conti pubblici annuali – Anno 2021
Conti pubblici annuali – Anno 2020

Conti pubblici annuali – Anno 2019
Conti pubblici annuali – Anno 2018
Conti pubblici annuali – Anno 2017
Conti pubblici annuali – Anno 2016
Conti pubblici annuali – Anno 2015
Conti pubblici annuali – Anno 2014

 

 

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