Mentre già si inizia a discutere degli interventi correttivi da inserire nella Legge di stabilità per il 2015, tra cui il mantenimento del bonus di 80 euro per gli attuali beneficiari e la proroga del blocco degli stipendi dei pubblici dipendenti, resta ancora aperta la partita per il 2014.
Le entrate tributarie di luglio confermano la situazione estremamente critica dei conti pubblici italiani. Il calo rispetto allo scorso anno è di 2,1 miliardi di euro (figura 1), una diminuzione dello 0,4% che contrasta con l’aumento del 3% previsto nel Def. All’appello mancano perciò 16,7 miliardi di euro, che dovranno essere recuperati da qui a dicembre.
Le entrate contributive (aggiornate a giugno) sono sostanzialmente invariate rispetto allo scorso anno (+0,2 miliardi) a fronte di un aumento previsto di 1,3 miliardi di euro.
Anche senza considerare eventuali costi aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali, per rispettare gli impegni assunti per il 2014mancano 17,8 miliardi, che porterebbero il disavanzo a sfiorare i 60 miliardi di euro, facendo crescere il rapporto al 3,8% del Pil[1].
Nonostante i toni rassicuranti mostrati dal Mef, anche il fabbisogno dello Stato, mostra un peggioramento di 16 miliardi sul 2012, quando non era stato ancora avviato il pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione (figura 2). La spesa pubblica, almeno per quanto riguarda lo Stato, non sembra aver intrapreso un percorso di riduzione.
Anche sul fronte degli interessi pagati dalle Amministrazioni centrali dello Stato la situazione non è molto incoraggiante (figura 3). Il dato cumulato fino a giugno, mostra pagamenti per 39,1 miliardi di euro, 1,5 miliardi in più rispetto al 2013, nonostante il contenimento dello spread e dei tassi di interesse sulle nuove emissioni.
In attesa di conoscere i nuovi numeri della Nota di aggiornamento al Def, che è stata posticipata dal Governo ai primi di ottobre, appare difficile che possano essere rispettati gli obiettivi di finanza pubblica per il 2014 senza ricorrere a una manovra correttiva.
Figura 1 – Entrate tributarie 2013 e 2014(*) – milioni di euro
(*) Valore acquisito a luglio 2014, ipotizzando per i restanti mesi dell’anno un gettito pari a quello dei corrispondenti mesi del 2013.
Fonte: elaborazione su dati MEF – Dipartimento delle Finanze
Figura 2 – Fabbisogno dello Stato 2012-2014 – valori cumulati (milioni di euro)
Fonte: elaborazione su dati MEF
Figura 3 – Spesa per interessi dello Stato – valori cumulati (milioni di euro)
Fonte: elaborazione su dati Ragioneria Generale dello Stato
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[1] Anche in presenza di una revisione straordinaria dei conti economici che aumentasse il valore del Pil del 5%, il rapporto potrebbe al massimo ridursi al 3,6%.