L’Istat presenta il Codice di comportamento per i dipendenti. Ma si tratta di un “copia e incolla”

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

codice_comportamento

Siccome l’auspicio non è un obbligo, agli enti pubblici di ricerca non è parso vero ignorare tout court la delibera n. 75/2013 della Civit.

Infatti, nelle linee guida, emanate dalla Commissione indipendente per la valutazione  la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche o Autorità nazionale anticorruzione, si afferma che “la Commissione auspica che, ove possibile, il codice sia adottato da ciascuna amministrazione entro il 31 dicembre 2013 e, comunque, in tempo per consentire l’idoneo collegamento con il Piano triennale per la prevenzione della corruzione”.

Anche l’inciso “ove possibile” la dice lunga sulle reali intenzioni della Civit di far applicare la norma, prevista dalla legge anticorruzione 190 del 2012, che ha modificato l’articolo 54 comma 5 del noto Dlgs. 165 del 2001m, tant’è che non sono previste sanzioni per le amministrazioni inadempienti, nonostante il secondo inciso (“comunque”) richiami l’ormai imminente scadenza del 31 gennaio 2014 per presentare il Piano triennale 2013-2016 (sic!) per la prevenzione della corruzione.

Poco male, potrà pensare qualcuno, dato che è in vigore il Dpr 16 aprile 2013 n. 62 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici”, il cosiddetto Codice generale che costituisce “la base minima e indefettibile di ciascun codice di comportamento adottato dalle varie amministrazioni”.

L’unica mosca bianca nel panorama degli enti di ricerca ad aver attivato la procedura aperta di consultazione, propedeutica all’approvazione del codice di comportamento, sembrerebbe essere l’Istituto nazionale di statistica.

Sì, proprio l’Istat, già noto alle cronache per aver ricevuto nel 2007 il premio dalla funzione pubblica sull’applicazione del telelavoro, nonostante all’interno dell’ente vi sia un’opinione diffusa ben diversa, e più di recente per aver conseguito dall’Ama (Azienda municipale ambiente del Comune di Roma) il rating 3R sulla raccolta differenziata.

Ma come ha fatto l’ente pubblico di ricerca ‘primo della classe’ a battere tutti sul tempo? Il sistema è molto semplice.  Si apre da un computer un testo con un editor, in questo caso il Dpr 62/2013, si premono contemporaneamente i tasti CTRL e C, si apre un nuovo foglio, si premono i tasti CTRL e V, si fa qualche piccola modifica, magari cancellando qualche parte scomoda e poi si salva il file.

Il classico ‘copia e incolla’, senza alcun riferimento alla specificità del settore ricerca né alcun cenno alle prerogative di ricercatori e tecnologi.

Immediata è stata la replica di Usi-Ricerca, che ha chiesto all’amministrazione di cestinare la bozza in circolazione e di mettersi a lavorare con maggiore serietà.

Un appello che sembra destinato a cadere nel vuoto, visto che l’ente di Via Balbo, a soli 8 giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione delle osservazioni da parte degli stakeholders e ignorando la richiesta di Usi-Ricerca per una seconda consultazione, ha organizzato, non senza enfasi, per domani lo svolgimento di un seminario per la presentazione del Codice di comportamento.

Dunque, fatta la legge, trovato l’inganno? Speriamo di no. Comunque, staremo a vedere.

Lascia un Commento