Occupazione – unità di lavoro annue

(aggiornato il 4 marzo 2024)
Fonte: Istat – Conti economici annuali e trimestrali

L’ammontare delle unità di lavoro annue a tempo pieno (Ula),  si ottiene dividendo il numero di ore lavorate per quelle previste dal contratto collettivo di riferimento (un lavoratore in servizio dal 1° gennaio al 31 dicembre è considerato una unità, mentre un dipendente occupato part-time conterà per una frazione, se lavora 6 mesi, varrà 0,5 Ula). L’andamento delle Ula, tiene conto implicitamente delle varie tipologie di lavoro atipico e fornisce risposte più precise per la valutazione delle politiche di intervento sul mondo del lavoro, rispetto a quanto si riesce a desumere considerando gli occupati.

Anno 2023

Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – 2007-2023 (indice 2007=100)
2023A_Occf0
Occupati e Unità di lavoro annue – 1995-2023 (migliaia di unità)
2023A_Occf1
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
2023A_Occt1

L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007 (prima della grande crisi finanziaria), nel 2023 gli occupati sono a 103,1, mentre il Pil (99,6) e le unità di lavoro annue (99,2) non sono ancora tornati al livello di 15 anni prima.
Nel 2023 le Ula sono risultate pari a 24,9 milioni, in aumento del 2,2% (oltre 500 mila unità in più in un anno), a fronte di una crescita del Pil di solo 0,9%. L’aumento delle unità di lavoro superiore ai volumi prodotti implica per il 2023 un calo della produttività del lavoro, invertendo un trend di aumento della produttività sperimentato durante l’emergenza Covid.
Il rapporto tra Ula e numero di occupati è risalito a 95,5%, ma è ancora  lontano dall’invertire la tendenza di una marcata e persistente precarietà nel mondo del lavoro. Fino al 2004, il numero di occupati era persino inferiore alle unità di lavoro (ogni individuo lavorava mediamente più di quanto previsto).
I dipendenti, che rappresentano il 72%, sono aumentati del 2,6%, mentre è più rallentata la ripresa dei lavoratori indipendenti (+1,2%), con ottocento mila unità in meno rispetto al 2008 (-10,3%).
Tra i settori, la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%) cresciuti del 2,7%. Nel terziario, aumenta in particolare di 96 mila unità l’occupazione nel commercio (+2,9%) e di 91 mila unità nei servizi di alloggio e ristorazione (+6,2%), questi ultimi ben sopra il livello prepandemico; prosegue il calo dei servizi domestici (-2,3% nell’ultimo anno).
Ancora in crescita il settore delle costruzioni (+1,6%), che grazie agli incentivi sull’edilizia, ha registrato un aumento di 318 mila unità rispetto al 2019. In positivo anche l’industria in senso stretto (+1,4%), che però ne perde 720 mila rispetto al 2008 (-16,1%). Prosegue il calo costante degli occupati in agricoltura.

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Terzo trimestre 2023

Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2023 (indice 2007=100)
2023T3_Occf0

Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
2023T3_Occf1

Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
2023T3_Occt1

L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel terzo trimestre 2023  gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (99,2) e le unità di lavoro annue (98,3) sono entrambi in netto calo e ancora sotto il valore di 16 anni fa.
Nel terzo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) aumentano di 54 mila unità (+0,2%), in linea con la leggera ripresa del Pil (+0,1%). In leggera crescita anche il numero di occupati (+0,1%). Stabile a 95,1 il numero di Ula per 100 occupati, che tornano al livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,3).
Rispetto alla media 2019 (+536 mila unità, fortemente rivisto al rialzo con l’ultima revisione statistica), i lavoratori dipendenti sono 646 mila in più e gli indipendenti 110 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 334 mila unità, con una perdita di 815 mila lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e guadagnano lo 0,1% su base congiunturale e l’1,5% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88,5%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico sono aumentati di 330 mila unità, con una diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -63 mila unità, -1%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-163 mila, -6,1%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+333 mila, +11,5%) e i pubblici dipendenti
Stabili l’industria in senso stretto e le costruzioni, queste ultime ancora ben maggiori della media 2019 (+298 mila, +20%). In calo tendenziale l’agricoltura, che con 1,141 milioni di unità resta ai livelli minimi dal 1995 (circa 1,7 milioni).

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Secondo trimestre 2023

Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2023 (indice 2007=100)
2023T2_Occf0

Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
2023T2_Occf1

Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
2023T2_Occt1

L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel secondo trimestre 2023  gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (97,8) e le unità di lavoro annue (96,3) sono entrambi in netto calo e ancora sotto il valore di 16 anni fa.
Diminuiscono nel secondo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che scendono di 72 mila unità (-0,3%), in linea con il calo del Pil (-0,4%). In leggera contrazione anche il numero di occupati (-0,1%). Scende a 93,5 il numero di Ula per 100 occupati, ancora sotto il livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019 (+33 mila unità), i lavoratori dipendenti sono 288 mila in più e gli indipendenti 255 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 837 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno perso lo 0,2% su base congiunturale ma crescono di 1,2% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (86,8%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 44 mila unità, con una forte diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -229 mila unità, -3,8%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-171 mila, -6,4%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+229 mila, +7,9%).
Diminuiscono l’industria in senso stretto e le costruzioni, queste ultime ancora ben maggiori della media 2019 (+224 mila, +15%). Non si arresta l’emorragia nell’agricoltura, che con 1,116 milioni di unità tocca il livello più basso della serie dal 1995 (circa 1,7 milioni), equivalente al secondo trimestre 2020 caratterizzato dal lockdown.

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Primo trimestre 2023

Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2023 (indice 2007=100)
2023T1_Occf0

Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
2023T1_Occf1

Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
2023T1_Occt1

L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel primo trimestre 2023  gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (98,2) e le unità di lavoro annue (96,7) sono ancora sotto il valore di 16 anni fa, avendo almeno recuperato la forte caduta del primo semestre 2020, dovuta alla pandemia.
Continuano a crescere nel primo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che aumentano di 256 mila unità (+1,1%), ben oltre la crescita del Pil (+0,6%). In aumento anche il numero di occupati (+0,8%). Risale a 93,7 il numero di Ula per 100 occupati, ancora sotto il livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019 (+135 mila unità), i lavoratori dipendenti sono 341 mila in più e gli indipendenti 206 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 736 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno ripreso lo 1% su base congiunturale e il 2,4% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (87%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 48 mila unità, con una forte diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -248 mila unità, -4,1%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-128 mila, -4,8%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+216 mila, +7,4%).
Continua a crescere il settore delle costruzioni (+259 mila, +17,4%), mentre non si arresta l’emorragia nell’agricoltura (-95 mila, -7,6%).

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Occupazione – Unità di lavoro annue 2022

Occupazione – Unità di lavoro annue 2021

Occupazione – Unità di lavoro annue 2020

Occupazione – Unità di lavoro annue 2019

Occupazione – Unità di lavoro annue 2018

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