(aggiornato il 3 dicembre 2024)
Fonte: Istat – Conti economici annuali e trimestrali
L’ammontare delle unità di lavoro annue a tempo pieno (Ula), si ottiene dividendo il numero di ore lavorate per quelle previste dal contratto collettivo di riferimento (un lavoratore in servizio dal 1° gennaio al 31 dicembre è considerato una unità, mentre un dipendente occupato part-time conterà per una frazione, se lavora 6 mesi, varrà 0,5 Ula). L’andamento delle Ula, tiene conto implicitamente delle varie tipologie di lavoro atipico e fornisce risposte più precise per la valutazione delle politiche di intervento sul mondo del lavoro, rispetto a quanto si riesce a desumere considerando gli occupati.
Terzo trimestre 2024
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2024 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2024 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel terzo trimestre 2024 gli occupati sono cresciuti del 5,7% rispetto a 17 anni prima, mentre il Pil (100,7) e le unità di lavoro annue (101,6) sono appena sopra il valore di partenza.
Le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) aumentano nel secondo trimestre 2024 di 68 mila unità (+0,3%), mentre il Pil non ha fatto registrare nessuna variazione. Il disallineamento è interpretabile come una minore produttività del lavoro.
In aumento anche il numero di occupati (+0,5%) e si riduce a 93,9 il rapporto che misura il numero di Ula per 100 occupati, che era in aumento lo scorso anno, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (76,3).
Rispetto alla media 2019, i lavoratori dipendenti sono 1,2 milioni in più mentre gli indipendenti sono leggermente diminuiti. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) ci sono quasi 500 mila unità in più, con 1 milione in più di lavoratori dipendenti e mezzo milione in meno di indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 71% del totale e sono in crescita di 0,2% su base congiunturale e 1,8% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (87,4%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (oltre 18 milioni, il 74%), che rispetto al periodo prepandemico vede 871 mila unità in più, con un forte aumento delle attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+478 mila, +16,5% rispetto al 2019) e della pubblica amministrazione (+208 mila, +4,7%).
Primi segnali di flessione per il settore delle costruzioni (cresciuto del 25,4% rispetto al 2019), mentre è stabile l’industria in senso stretto. Prosegue l’inarrestabile calo dell’occupazione in agricoltura.
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Secondo trimestre 2024
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2024 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2024 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel secondo trimestre 2024 gli occupati sono cresciuti del 4,4% rispetto a 17 anni prima, mentre il Pil (100,5) e le unità di lavoro annue (100,3) hanno solo recuperato il valore di partenza.
Le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) diminuiscono nel secondo trimestre 2024 di 28 mila unità (-0,1%), mentre il Pil si mantiene in territorio positivo (+0,2%). A calare sono i lavoratori indipendenti.
Risulta invece in aumento il numero di occupati (+0,4%) e cala di conseguenza a 95,3 il rapporto che misura il numero di Ula per 100 occupati, che era in aumento nell’ultimo anno, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019, i lavoratori dipendenti sono 1,1 milioni in più mentre gli indipendenti sono leggermente diminuiti. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) ci sono 154 mila unità in più, ma i lavoratori indipendenti sono diminuiti di quasi 800 mila unità.
I dipendenti rappresentano il 73% del totale e sono in crescita di 0,1% su base congiunturale e 1,5% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88,6%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (oltre 18 milioni, il 73%), che rispetto al periodo prepandemico vede 761 mila unità in più, con un forte aumento delle attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+422 mila, +14,5% rispetto al 2019) e della pubblica amministrazione (+226 mila, +4,9%).
Primi segnali di flessione per il settore delle costruzioni (cresciuto del 24,4% rispetto al 2019), mentre perdono occupazione l’industria in senso stretto e l’agricoltura.
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Primo trimestre 2024
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2024 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2024 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel primo trimestre 2024 gli occupati sono cresciuti del 4% rispetto a 17 anni prima, mentre il Pil (100,4) e le unità di lavoro annue (100,5) hanno recuperato il valore di partenza.
Continuano a crescere nel primo trimestre 2024 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che aumentano di 135 mila unità (+0,5%), ben oltre la crescita del Pil (+0,3%). In aumento anche il numero di occupati (+0,4%). Risale a 95,9 il numero di Ula per 100 occupati, tornate sopra il livello prepandemico del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019, i lavoratori dipendenti sono 1,1 milioni in più mentre gli indipendenti sono rimasti invariati. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) ci sono 222 mila unità in più, ma i lavoratori indipendenti sono diminuiti di oltre 700 mila unità.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno ripreso lo 0,4% su base congiunturale e il 1,9% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (89%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico vede 745 mila unità in più, con un forte aumento delle attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+406 mila, +14% rispetto al 2019) e della pubblica amministrazione (+216 mila, +4,7%).
Continua a crescere il settore delle costruzioni (+377 mila, +25,3%), mentre è quasi stabile l’industria in senso stretto e continua a perdere occupazione l’agricoltura (-69 mila, -5,6%).
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Anno 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – 2007-2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – 1995-2023 (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007 (prima della grande crisi finanziaria), nel 2023 gli occupati sono a 103,1, mentre il Pil (99,6) e le unità di lavoro annue (99,2) non sono ancora tornati al livello di 15 anni prima.
Nel 2023 le Ula sono risultate pari a 24,9 milioni, in aumento del 2,2% (oltre 500 mila unità in più in un anno), a fronte di una crescita del Pil di solo 0,9%. L’aumento delle unità di lavoro superiore ai volumi prodotti implica per il 2023 un calo della produttività del lavoro, invertendo un trend di aumento della produttività sperimentato durante l’emergenza Covid.
Il rapporto tra Ula e numero di occupati è risalito a 95,5%, ma è ancora lontano dall’invertire la tendenza di una marcata e persistente precarietà nel mondo del lavoro. Fino al 2004, il numero di occupati era persino inferiore alle unità di lavoro (ogni individuo lavorava mediamente più di quanto previsto).
I dipendenti, che rappresentano il 72%, sono aumentati del 2,6%, mentre è più rallentata la ripresa dei lavoratori indipendenti (+1,2%), con ottocento mila unità in meno rispetto al 2008 (-10,3%).
Tra i settori, la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%) cresciuti del 2,7%. Nel terziario, aumenta in particolare di 96 mila unità l’occupazione nel commercio (+2,9%) e di 91 mila unità nei servizi di alloggio e ristorazione (+6,2%), questi ultimi ben sopra il livello prepandemico; prosegue il calo dei servizi domestici (-2,3% nell’ultimo anno).
Ancora in crescita il settore delle costruzioni (+1,6%), che grazie agli incentivi sull’edilizia, ha registrato un aumento di 318 mila unità rispetto al 2019. In positivo anche l’industria in senso stretto (+1,4%), che però ne perde 720 mila rispetto al 2008 (-16,1%). Prosegue il calo costante degli occupati in agricoltura.
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Terzo trimestre 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel terzo trimestre 2023 gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (99,2) e le unità di lavoro annue (98,3) sono entrambi in netto calo e ancora sotto il valore di 16 anni fa.
Nel terzo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) aumentano di 54 mila unità (+0,2%), in linea con la leggera ripresa del Pil (+0,1%). In leggera crescita anche il numero di occupati (+0,1%). Stabile a 95,1 il numero di Ula per 100 occupati, che tornano al livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,3).
Rispetto alla media 2019 (+536 mila unità, fortemente rivisto al rialzo con l’ultima revisione statistica), i lavoratori dipendenti sono 646 mila in più e gli indipendenti 110 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 334 mila unità, con una perdita di 815 mila lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e guadagnano lo 0,1% su base congiunturale e l’1,5% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88,5%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico sono aumentati di 330 mila unità, con una diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -63 mila unità, -1%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-163 mila, -6,1%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+333 mila, +11,5%) e i pubblici dipendenti
Stabili l’industria in senso stretto e le costruzioni, queste ultime ancora ben maggiori della media 2019 (+298 mila, +20%). In calo tendenziale l’agricoltura, che con 1,141 milioni di unità resta ai livelli minimi dal 1995 (circa 1,7 milioni).
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Secondo trimestre 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel secondo trimestre 2023 gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (97,8) e le unità di lavoro annue (96,3) sono entrambi in netto calo e ancora sotto il valore di 16 anni fa.
Diminuiscono nel secondo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che scendono di 72 mila unità (-0,3%), in linea con il calo del Pil (-0,4%). In leggera contrazione anche il numero di occupati (-0,1%). Scende a 93,5 il numero di Ula per 100 occupati, ancora sotto il livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019 (+33 mila unità), i lavoratori dipendenti sono 288 mila in più e gli indipendenti 255 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 837 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno perso lo 0,2% su base congiunturale ma crescono di 1,2% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (86,8%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 44 mila unità, con una forte diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -229 mila unità, -3,8%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-171 mila, -6,4%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+229 mila, +7,9%).
Diminuiscono l’industria in senso stretto e le costruzioni, queste ultime ancora ben maggiori della media 2019 (+224 mila, +15%). Non si arresta l’emorragia nell’agricoltura, che con 1,116 milioni di unità tocca il livello più basso della serie dal 1995 (circa 1,7 milioni), equivalente al secondo trimestre 2020 caratterizzato dal lockdown.
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Primo trimestre 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel primo trimestre 2023 gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (98,2) e le unità di lavoro annue (96,7) sono ancora sotto il valore di 16 anni fa, avendo almeno recuperato la forte caduta del primo semestre 2020, dovuta alla pandemia.
Continuano a crescere nel primo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che aumentano di 256 mila unità (+1,1%), ben oltre la crescita del Pil (+0,6%). In aumento anche il numero di occupati (+0,8%). Risale a 93,7 il numero di Ula per 100 occupati, ancora sotto il livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019 (+135 mila unità), i lavoratori dipendenti sono 341 mila in più e gli indipendenti 206 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 736 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno ripreso lo 1% su base congiunturale e il 2,4% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (87%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 48 mila unità, con una forte diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -248 mila unità, -4,1%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-128 mila, -4,8%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+216 mila, +7,4%).
Continua a crescere il settore delle costruzioni (+259 mila, +17,4%), mentre non si arresta l’emorragia nell’agricoltura (-95 mila, -7,6%).
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Occupazione – Unità di lavoro annue 2022
Occupazione – Unità di lavoro annue 2021
Occupazione – Unità di lavoro annue 2020