(aggiornato il 4 dicembre 2023)
Fonte: Istat – Conti economici annuali e trimestrali
L’ammontare delle unità di lavoro annue a tempo pieno (Ula), si ottiene dividendo il numero di ore lavorate per quelle previste dal contratto collettivo di riferimento (un lavoratore in servizio dal 1° gennaio al 31 dicembre è considerato una unità, mentre un dipendente occupato part-time conterà per una frazione, se lavora 6 mesi, varrà 0,5 Ula). L’andamento delle Ula, tiene conto implicitamente delle varie tipologie di lavoro atipico e fornisce risposte più precise per la valutazione delle politiche di intervento sul mondo del lavoro, rispetto a quanto si riesce a desumere considerando gli occupati.
Terzo trimestre 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel terzo trimestre 2023 gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (99,2) e le unità di lavoro annue (98,3) sono entrambi in netto calo e ancora sotto il valore di 16 anni fa.
Nel terzo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) aumentano di 54 mila unità (+0,2%), in linea con la leggera ripresa del Pil (+0,1%). In leggera crescita anche il numero di occupati (+0,1%). Stabile a 95,1 il numero di Ula per 100 occupati, che tornano al livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,3).
Rispetto alla media 2019 (+536 mila unità, fortemente rivisto al rialzo con l’ultima revisione statistica), i lavoratori dipendenti sono 646 mila in più e gli indipendenti 110 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 334 mila unità, con una perdita di 815 mila lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e guadagnano lo 0,1% su base congiunturale e l’1,5% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88,5%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico sono aumentati di 330 mila unità, con una diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -63 mila unità, -1%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-163 mila, -6,1%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+333 mila, +11,5%) e i pubblici dipendenti
Stabili l’industria in senso stretto e le costruzioni, queste ultime ancora ben maggiori della media 2019 (+298 mila, +20%). In calo tendenziale l’agricoltura, che con 1,141 milioni di unità resta ai livelli minimi dal 1995 (circa 1,7 milioni).
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Secondo trimestre 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel secondo trimestre 2023 gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (97,8) e le unità di lavoro annue (96,3) sono entrambi in netto calo e ancora sotto il valore di 16 anni fa.
Diminuiscono nel secondo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che scendono di 72 mila unità (-0,3%), in linea con il calo del Pil (-0,4%). In leggera contrazione anche il numero di occupati (-0,1%). Scende a 93,5 il numero di Ula per 100 occupati, ancora sotto il livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019 (+33 mila unità), i lavoratori dipendenti sono 288 mila in più e gli indipendenti 255 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 837 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno perso lo 0,2% su base congiunturale ma crescono di 1,2% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (86,8%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (73%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 44 mila unità, con una forte diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -229 mila unità, -3,8%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-171 mila, -6,4%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+229 mila, +7,9%).
Diminuiscono l’industria in senso stretto e le costruzioni, queste ultime ancora ben maggiori della media 2019 (+224 mila, +15%). Non si arresta l’emorragia nell’agricoltura, che con 1,116 milioni di unità tocca il livello più basso della serie dal 1995 (circa 1,7 milioni), equivalente al secondo trimestre 2020 caratterizzato dal lockdown.
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Primo trimestre 2023
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2023 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2023 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel primo trimestre 2023 gli occupati hanno superano il livello di partenza, mentre il Pil (98,2) e le unità di lavoro annue (96,7) sono ancora sotto il valore di 16 anni fa, avendo almeno recuperato la forte caduta del primo semestre 2020, dovuta alla pandemia.
Continuano a crescere nel primo trimestre 2023 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che aumentano di 256 mila unità (+1,1%), ben oltre la crescita del Pil (+0,6%). In aumento anche il numero di occupati (+0,8%). Risale a 93,7 il numero di Ula per 100 occupati, ancora sotto il livello del 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,5).
Rispetto alla media 2019 (+135 mila unità), i lavoratori dipendenti sono 341 mila in più e gli indipendenti 206 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 736 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno ripreso lo 1% su base congiunturale e il 2,4% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (87%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 48 mila unità, con una forte diminuzione nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione ( -248 mila unità, -4,1%) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-128 mila, -4,8%), ma crescono le attività professionali, scientifiche, tecniche, servizi di supporto (+216 mila, +7,4%).
Continua a crescere il settore delle costruzioni (+259 mila, +17,4%), mentre non si arresta l’emorragia nell’agricoltura (-95 mila, -7,6%).
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Anno 2022
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – 2007-2022 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – 1995-2022 (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007 (prima della grande crisi finanziaria), nel 2022 gli occupati lo superano di poco (100,8) tornando al livello prepandemico, mentre il Pil (97,2) e le unità di lavoro annue (95,1), pur essendo in forte recupero non sono ancora tornati al livello di 15 anni prima.
Nel 2022 le Ula sono risultate pari a 23,9 milioni, in aumento del 3,5% (circa 800 mila unità), a fronte di una crescita del 3,7% del Pil. Rispetto alla fase prepandemica mancano ancora 260 mila unita (-1,1%), mentre dal 2008 sono andate perdute 1,1 milioni di unità (-4,5%).
Il rapporto tra Ula e numero di occupati è risalito a 93,5%, ma è ancora ben lontano dall’invertire la tendenza di una marcata e persistente precarietà nel mondo del lavoro, che è andata aumentando negli ultimi anni. Fino al 2005, il numero di occupati era persino inferiore alle unità di lavoro (ogni individuo lavorava mediamente più di quanto previsto).
I dipendenti, che rappresentano il 72%, sono aumentati del 3,6%, mentre è più rallentata la ripresa dei lavoratori indipendenti (+3,2%), con 1 milione di unità in meno rispetto al 2008 (-13,3%).
Tra i settori, la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%) cresciuti del 3,9%. Nel terziario, aumenta in particolare di 270 mila unità l’occupazione nei servizi di alloggio e ristorazione (+24,2%), che però accusano ancora una riduzione del 8,2% dall’inizio dell’emergenza sanitaria; stranamente in calo del 5,1% i servizi domestici.
Il settore delle costruzioni (+7,6%), grazie anche agli incentivi sull’edilizia, ha recuperato 122 mila unità di lavoro nel 2022, superando anche di 236 mila unità il livello del 2019. Rallenta, invece, l’industria in senso stretto (+1,6%), con quasi 800 mila unità perse dal 2008 (-17,5%). Prosegue il calo costante degli occupati in agricoltura.
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Terzo trimestre 2022
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T3/2022 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T3/2022 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati.
Tuttavia, nel terzo trimestre 2022, mentre il Pil è cresciuto di mezzo punto percentuale, le unità di lavoro annuo sono diminuite (-23 mila, -0,1%), come anche gli occupati.
Resta invariato a 94,6 il numero di Ula per 100 occupati, tornando ai livelli di metà 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (77,3).
Le unità di lavoro sono tornate ai livelli prepandemici (media 2019), ma mentre i lavoratori dipendenti sono aumentati di 286 mila, gli indipendenti sono diminuiti di 288 mila. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 873 mila unità, con quasi un milione di lavoratori indipendenti in meno.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e sono cresciuti del 3,6% su base tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 271 mila unità (-1,5%), tutte nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione (-399 mila) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-105 mila), mentre sono in aumento le attività professionali, scientifiche e tecniche (+146 mila) e i servizi di informazione e comunicazione (+39 mila).
In crescita sia l’industria in senso stretto (+93 mila unità, +2,5% rispetto alla media 2019) e le costruzioni (+229 mila unità, +15,3%).
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Secondo trimestre 2022
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T2/2022 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T2/2022 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel secondo trimestre 2022 gli occupati hanno superato il livello di partenza (101,3), mentre il Pil (96,9) e le unità di lavoro annue (97,1) hanno recuperato il livello prepandemico.
Continuano a crescere nel secondo trimestre 2022 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che aumentano di 287 mila unità (+1,2%), in linea con la crescita del Pil (+1,1%). In ripresa anche il numero di occupati (+303 mila, +1,2%). Resta invariato a 95,1 il numero di Ula per 100 occupati, tornando ai livelli di inizio 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (78,2).
Rispetto alla media 2019, ci sono 254 mila unità in più, ma mentre i lavoratori dipendenti sono aumentati di 438 mila, gli indipendenti sono diminuiti di 184 mila. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 616 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno ripreso l’1,5% su base congiunturale e il 5,9% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88,1%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 113 mila unità (-0,6%), tutte nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione (-119 mila) e nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi (-79 mila), in aumento i servizi di informazione e comunicazione (+36 mila).
Continuano a crescere sia l’industria in senso stretto (+68 mila unità, +1,8% rispetto alla media 2019) e ancor più le costruzioni (+275 mila unità, +18,5%).
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Primo trimestre 2022
Occupati, Unità di lavoro annue e Pil – T1/2008-T1/2022 (indice 2007=100)
Occupati e Unità di lavoro annue – T1/1995-T1/2022 dati destagionalizzati (migliaia di unità)
Unità di lavoro annue – dati destagionalizzati (migliaia di unità e valori percentuali)
L’andamento delle unità di lavoro a tempo pieno (Ula) segue molto più da vicino la variazione del Pil di quanto non faccia il conteggio degli occupati. Posto uguale a 100 il livello raggiunto nel 2007, nel primo trimestre 2022 gli occupati hanno recuperato il livello di partenza, anche per il blocco dei licenziamenti durante la pandemia, mentre il Pil (95,8) e le unità di lavoro annue (96) devono ancora riprendersi dalla forte caduta del primo semestre 2020.
Continuano a crescere nel primo trimestre 2022 le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) che aumentano di 394 mila unità (+1,7%), ben oltre la crescita del Pil (+0,1%). Resta invariato, invece, il numero di occupati. Risale, pertanto, a 95,2 il numero di Ula per 100 occupati, tornando al valore del primo trimestre 2019, dopo il minimo assoluto toccato nel secondo trimestre 2020 (78,2).
Rispetto alla media 2019, mancano 43 mila unità, ma mentre i lavoratori dipendenti sono 198 mila in più, gli indipendenti sono 240 mila in meno. A confronto con il 2008 (inizio della precedente crisi economica) il calo è di 913 mila unità, tutti lavoratori indipendenti.
I dipendenti rappresentano il 72% del totale e hanno ripreso lo 1,6% su base congiunturale e il 6,9% tendenziale, con un rapporto di Ula su occupati ben lontano dall’obiettivo dell’occupazione a tempo pieno (88,2%).
Tra i settori la maggior parte delle unità di lavoro è concentrata nei servizi (72%), che rispetto al periodo prepandemico hanno perso 335 mila unità (-1,9%), di cui 202 mila unità (-3,3%) nel commercio, trasporto, servizi di alloggio e ristorazione e 131 mila (-4,9%) nelle attività artistiche, riparazione di beni e altri servizi .
Continuano a crescere sia l’industria in senso stretto (+74 mila unità, +2% rispetto alla media 2019) e ancor più le costruzioni (+240 mila unità, +16,1%).
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Occupazione – Unità di lavoro annue 2021
Occupazione – Unità di lavoro annue 2020