Un database per il monitoraggio del Pnrr

di Monica Montella e Franco Mostacci

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Scarica qui il database (si consiglia di consultare il foglio ‘Legenda’)

Le slide di presentazione

La Conferenza stampa (Senato, Sala Nassirya, 2 marzo 2022)

Le riforme e gli investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza rappresentano una grande occasione di rilancio per l’Italia, ma senza una piattaforma centralizzata di monitoraggio pubblica e aperta alla cittadinanza, diventa arduo seguire l’attuazione di ciascuna misura in tutte le sue fasi e articolazioni territoriali e osservare la realizzazione delle priorità trasversali.

Non è neanche possibile verificare il raggiungimento degli obiettivi climatici, della transizione digitale e delle risorse destinate al Sud. Dal canto suo il portale Italia Domani del Governo ha un mero scopo di divulgazione delle modalità di gestione del PNRR, ma non consente un monitoraggio puntuale e esaustivo dello stato di attuazione degli investimenti e delle riforme che saranno implementati fino al 2026.

Eppure, il Pnrr sta entrando nel vivo della sua realizzazione e, a vari livelli, si inizia a prendere coscienza della complessità della sfida intrapresa.

La prima parte dello scorso anno è stata caratterizzata dal dibattito sull’allocazione delle ingenti risorse finanziarie che la Commissione europea ha assegnato all’Italia per il “Resilience and Recovery Fund” nell’ambito del più ampio progetto denominato Next Generation EU: 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 come contributi a fondo perduto e 122,6 di prestiti, da utilizzare fino al 2026.

L’Italia, come si ricorderà, ha utilizzato solo una parte del finanziamento totale per nuovi progetti, circa 125 miliardi, salvo aggiungerne altri 30,6 confluiti in un Fondo complementare al Pnrr, interamente finanziati dal bilancio nazionale. Si tratta di una massa ingente di risorse straordinarie come non si vedevano dalla fine della seconda guerra mondiale, tanto da meritarsi anche l’appellativo di ‘nuovo Piano Marshall’.

Il piano si articola in investimenti e riforme raggruppati in sei Missioni (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute) che condividono priorità trasversali, relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali.

Il Regolamento approvato dal Parlamento europeo, prevede che almeno il 37% delle risorse finanziarie messe a disposizione siano utilizzate per la mitigazione climatica, il 20% alla transizione digitale e che ogni misura debba rispettare il principio di non arrecare un danno significativo all’ambiente.

Il 37,5% del totale PNRR sosterrà gli obiettivi climatici per 80,215 miliardi euro
Il 25,1% del piano sosterrà la transizione digitale per 51,283 miliardi euro

Il dibattito nazionale ha, poi, deciso di includere una riserva del 40% della spesa da destinare al Sud. Il 40% delle spese “territorializzabili” va al Sud anche attraverso bandi e devono essere assegnate alle regioni del Mezzogiorno in misura almeno proporzionale alla popolazione residente (pari a circa il 34% della popolazione italiana).

I finanziamenti sono erogati dalla Commissione europea in 10 rate semestrali subordinate al raggiungimento di traguardi qualitativi e di obiettivi quantitativi secondo un cronoprogramma trimestrale già concordato, che prevede anche un insieme di misure di monitoraggio sullo stato di avanzamento dei lavori e sul mantenimento dei risultati già raggiunti.

Gli attori in gioco sono numerosi.   La cabina di regia è affidata alla Presidenza del Consiglio che si avvale di una segreteria tecnica, mentre la struttura responsabile nei confronti della Commissione europea è incardinata presso il Ministero dell’economia.  La responsabilità degli interventi è stata suddivisa tra i Ministeri, in ognuno dei quali è stata creata una struttura dirigenziale ad hoc. I soggetti attuatori possono, invece essere le regioni, gli enti locali, organismi pubblici o privati.

Per il conseguimento degli obiettivi sono emanati bandi per appalti pubblici, selezione di progetti o reclutamento di personale, che hanno già raggiunto la ragguardevole cifra di 55,9 miliardi di euro.

Un progetto così complesso in tutte le sue dimensioni ed articolazioni non può che richiedere un monitoraggio minuzioso, completo ed aggiornato, che consenta di seguire l’andamento di ogni singola misura.

Il Governo si era impegnato a rendere accessibile in formato elaborabile e in formato navigabile i dati sull’attuazione finanziaria, fisica e procedurale di ciascun progetto, assieme ai costi programmati e ai traguardi e obiettivi perseguiti.

Il sistema informativo ReGiS, che dovrebbe consentire il libero accesso ai dati, sarà operativo non prima di fine giugno, ma nel frattempo molti progetti sono stati avviati e in fase di avanzamento.

Questo rende anche più difficoltosa l’attività di prevenzione dei casi di frode, corruzione, conflitti di interesse e doppi finanziamenti, nonchè di infiltrazione della criminalità organizzata.

Per sopperire a questa carenza – speriamo momentanea – è stato costruito un database con il codice unico “identificativo”  per il monitoraggio del Pnrr, da dove è stato possibile incrociare tutte le informazioni disponibili nei più svariati formati (principalmente in pdf), con la possibilità di modificarlo e condividerlo a sua volta, purché non sia impiegato a scopi commerciali o di lucro.

Dal database è possibile ricavare tutte le informazioni aggiornate alla data del 28 febbraio 2022 relative a un investimento o a una riforma, dalle risorse impegnate, ai tempi di attuazione, il collegamento al sito governativo Italia Domani, il contributo al target climatico e digitale, i traguardi e gli obiettivi da raggiungere, i monitoraggi da effettuare, i bandi emanati, l’effettiva attuazione.

La condivisione delle informazioni e la possibilità di seguire l’evoluzione di ogni progetto, rappresentano un contributo importante per combattere le frodi, per gli attori del Pnrr, per gli analisti e gli studiosi ed è finalizzato a un efficiente impiego delle risorse pubbliche, con l’obiettivo di migliorare (outcome) e modernizzare il Paese.