Grandi Comuni al voto: la mappa dei redditi

di Franco Mostacci

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Il 3 e 4 ottobre, dopo il rinvio causato dall’emergenza Covid, si terranno le elezioni amministrative in 5 grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna), in cui si concentra il 10% della popolazione italiana.

In una fase così complessa della vita economica e sociale italiana e in territori così vasti, non sarà facile conquistare la fiducia degli indecisi, anche in considerazione della eterogeneità degli elettori, a partire dalla situazione reddituale.

Le differenze di ceto, sono evidenziate dalle dichiarazioni dei redditi 2020, relative all’anno 2019, che per la prima volta il Dipartimento delle Finanze rende consultabili – per i principali Comuni – per codice di avviamento postale (Cap) di residenza del contribuente.

L’analisi che segue fa riferimento ai redditi lordi, cioè prima dell’applicazione delle deduzioni che determinano il reddito imponibile sul quale si paga l’imposta.

Per circoscrivere la portata dei risultati, che derivano dalla disponibilità dei dati, è bene premettere alcune considerazioni.

Pur nei suoi limiti ampiamente riconosciuti, l’Irpef è un’imposta progressiva, per cui i redditi più alti, sebbene possano beneficiare di maggiori deduzioni e detrazioni, pagano un’imposta più alta. Le differenze che emergono dai redditi lordi sono, pertanto, maggiori di quelle che si osserverebbero sui redditi netti, che sono quelli che interessano maggiormente in quanto consentono di spendere o risparmiare (eventualmente) la parte eccedente.

Un secondo elemento da tenere in considerazione è che si tratta dei soli redditi lordi dichiarati ai fini dell’Irpef, venendo a mancare tutta la parte incassata “in nero”, oltre ad alcune tipologie di reddito soggette ad altro tipo di tassazione.

Infine, sfugge all’analisi (i dati sono riferiti al 2019) la straordinarietà di quanto accaduto nel 2020 ai redditi degli italiani in conseguenza della pandemia, che ha paralizzato l’attività economica e lavorativa e arrecato danni in misura non uguale per tutti (i pensionati e i lavorati dipendenti tutelati non hanno subìto riduzioni di reddito).

Pur al netto di questi fattori, la struttura dei redditi lordi dichiarati nel 2019 per le diverse zone delle grandi città, contiene notevoli spunti di riflessione.

Il numero di contribuenti sul totale della popolazione è il 75% a Bologna, 71% a Milano e Torino, il 67% a Roma e appena il 51% a Napoli. Escludendo il fattore demografico (maggior presenza di minorenni) che incide in misura irrilevante, la differenza è spiegabile sia dalla condizione lavorativa (quota di disoccupazione più elevata) sia dall’incidenza dell’economia sommersa.

Entrambi i fattori condizionano anche il reddito lordo medio, che a Milano supera i 35 mila euro, a Bologna e Roma è intorno ai 28 mila, a Torino è di 26 mila, mentre a Napoli non arriva a 22 mila (il 40% in meno rispetto a Milano).

Redditi lordi nelle principali città italiane, anni 2017-2019 (valori medi in euro)
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Fonte: elaborazione su dati del Dipartimento delle Finanze – dichiarazione dei redditi

Il divario esistente tra nord e sud, diventa anche più consistente nelle diverse zone di ciascuna città, nonché all’interno di ciascun quartiere in cui convivono situazioni reddituali assai differenti.

Per analizzarne la configurazione e la distribuzione, sono stati considerati, per ciascuna zona Cap: il numero totale di contribuenti; la percentuale di contribuenti il cui reddito lordo è inferiore ai 10 mila euro; il reddito medio complessivo; il reddito medio del primo quintile (il più povero) e del quinto quintile (il più ricco) di contribuenti; la composizione percentuale del reddito (da lavoro dipendente, da pensione, da lavoro autonomo, da fabbricati, da partecipazioni e residuale); due indicatori di disuguaglianza che sono il rapporto di concentrazione di Gini e il rapporto interquintilico.

A Roma i redditi medi più alti, superiori ai 50 mila euro, si registrano ai Parioli e nelle zone del centro del I e II municipio, mentre i redditi più bassi si trovano in periferia del V e VI municipio, dovendo escludere dall’analisi il dato di Ostia Antica (X municipio), dove più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 10 mila euro, un valore che non appare plausibile.
Il quinto più povero della popolazione ha un reddito medio intorno ai 4 mila euro, mentre è molto più alta la forbice del quinto più ricco, che ai Parioli, nella zona compresa tra piazza Barberini e Piazza di Spagna e nei rioni del centro storico supera i 200 mila euro.
Poco più della metà del reddito complessivo è generato dal lavoro dipendente, ma la quota sale al 70% a Vitinia e Settecamini. Una maggiore presenza di redditi da pensione si registra, invece a Portuense, Ostia e nel quadrante sud-est (Grottaperfetta, Vigna Murata, Laurentino, Cecchignola).
Le zone più ricche sono quelle in cui è più alta la quota di reddito da lavoro autonomo, fabbricati, partecipazioni, altre tipologie.  Ed è proprio qui che si annidano le disuguaglianze maggiori, con un indice di concentrazione superiore a 0,6 a fronte di una media cittadina di 0,49 e un rapporto tra il reddito del quinto di contribuenti più ricco rispetto al quinto più povero che può superare le 50 volte.

Composizione e Distribuzione dei redditi lordi a Roma per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2019
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Fonte: elaborazione su dati del Dipartimento delle Finanze – dichiarazione dei redditi – (*) I dati relativi alla zona di Ostia Antica non dovrebbero essere veritieri per l’anomala distribuzione collegabile alla presenza di un numero di contribuenti troppo elevato.

Milano la distribuzione della popolazione per censo è assai netta: i redditi più alti si trovano al centro (I municipio), dove superano in media i 100 mila euro a Brera-Castello, nonchè a City Life nell’area ex-Fiera (quartiere Portello del municipio 8); quelli più bassi a Quarto Oggiaro e Roserio (meno di 20 mila euro).
Nella zona Duomo-Crocetta (I municipio) il numero di contribuenti che non arriva a 10 mila euro, raggiunge il valore massimo del 35%.
Il quinto più povero della popolazione ha un reddito medio intorno ai 4.500 euro, mentre il quinto più ricco supera i 100 mila euro, con punte massime che sfiorano i 400 mila euro a Brera-Castello.
Il reddito da lavoro dipendente è più consistente nella parte centrale della distribuzione, con il 63% del totale a Greco-Bicocca, Precotto, Forlanini-Ponte Lambro. Una maggiore presenza di redditi da pensione si registra, invece nelle zone a più basso reddito.
Le zone più ricche sono quelle in cui è più alta la quota di reddito da lavoro autonomo, fabbricati, partecipazioni, altre tipologie.  A redditi medi più alti corrisponde in genere una maggiore concentrazione che tocca il suo valore massimo di 0,712 a Duomo-Crocetta rispetto alla media cittadina di 0,543.  A Brera-Castello il reddito del quinto di contribuenti più ricco è 100 volte quello del quinto più povero.

Composizione e Distribuzione dei redditi lordi a Milano per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2019
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Fonte: elaborazione su dati del Dipartimento delle Finanze – dichiarazione dei redditi

Anche a Napoli i redditi più alti si registrano nei quartieri centrali di Chiaia, Posillipo e Mergellina (municipio 1), oltre che al Vomero, ma non raggiungono in media i 50 mila euro; quelli più bassi a Vico vicaria-San Lorenzo- Forcella (municipio 4) e nella zona della stazione ferroviaria.
Sono molte le zone della periferia in cui non si raggiungono i 20 mila euro di reddito lordo medio.
Il reddito del quinto più povero di contribuenti è in linea con le altre città e solo a Mergellina si scende sotto i 4 mila euro. È invece più contenuto il livello del quinto più ricco, che solo a Chiaia e Posillipo supera i 140 mila euro.
La quota di reddito da lavoro dipendente sfiora il 50%, con un picco massimo del 65% nella zona del Porto e valori maggiori nei quartieri a minor reddito. Una maggiore presenza di redditi da pensione si trova ad Arenella (municipio 5) e Fuorigrotta-Agnano (municipio 10), in cui raggiunge il 36% del totale.
Le altre tipologie di reddito sono maggiormente concentrate nelle zone più ricche.
A redditi medi più alti corrisponde in genere una maggiore concentrazione che tocca il suo valore massimo di 0,62 a Mergellina, mentre la media cittadina è di 0,491. Il rapporto interquintilico segue la distribuzione dei redditi, con il quinto di contribuenti più ricco che può contare su risorse economiche più di 30 volte superiori ai più poveri in tutto il municipio 1.

Composizione e Distribuzione dei redditi lordi a Napoli per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2019
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Fonte: elaborazione su dati del Dipartimento delle Finanze – dichiarazione dei redditi

A Torino i quartieri benestanti si trovano in prevalenza nelle circoscrizioni 1 e 8 della città e quelli più poveri nelle circoscrizioni 5 e 6 e nella zona di Aurora (circoscrizione 7) che confina con il centro. Una quota elevata di contribuenti al di sotto dei 10 mila euro è presente al Quadrilatero centro (44%) ed è più bassa a Corso Mediterraneo (19%).
Nella zona di Gran Madre-Borgo Po-Villa della Regina il reddito del quinto più ricco raggiunge i 229 mila euro, lo stesso livello dei quartieri più privilegiati di Roma.
La quota di reddito da lavoro dipendente è il 51%, ma arriva a pesare fino al 59% a corso Potenza-Borgata Tesso. Una maggiore presenza di redditi da pensione si trova a Mirafiori nord e Madonna di Campagna-Vallette (39%) e a Piazza Pitagora-Città Giardino e Barriera di Milano-Regio Parco (38%).
Anche a Torino nei quartieri benestanti le altre tipologie di reddito hanno percentuali più elevate, con l’unica eccezione di Quadrilatero Centro (che ha un reddito lordo inferiore alla media).  Un indice di concentrazione superiore a 0,6 si trova nelle zone a maggior reddito (la media cittadina è 0,453), come anche valori più alti del rapporto interquintilico.

Composizione e Distribuzione dei redditi lordi a Torino per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2019
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Fonte: elaborazione su dati del Dipartimento delle Finanze – dichiarazione dei redditi

A Bologna il reddito medio è relativamente alto, ma rispetto alle altre città le differenze sono meno marcate, sia per l’intera città che per le singole zone. I redditi medi più alti si trovano in via dei Colli, via degli Scalini (quartiere Santo Stefano), e nella zona centrale di via Rizzoli e strada Maggiore; quelli più bassi sono nella periferia di viale Europa, centrale del latte Granarolo (quartiere San Donato-San Vitale) e Corticella (quartiere Navile).
Una quota più elevata di contribuenti al di sotto dei 10 mila euro è presente a Lame, via Marconi (32%) ed è più bassa a San Lazzaro e Borgo Panigale (18%). Nella zona di via dei Colli, via degli Scalini il reddito del quinto più ricco raggiunge i 168 mila euro.
La quota di reddito da lavoro dipendente è il 51%, ma arriva al 58% a via Ferrarese-via Shakespeare e a Corticella. Una maggiore presenza di redditi da pensione si trova a San Lazzaro (35%).
Anche a Bologna si conferma la regola che nei quartieri più ricchi le altre tipologie di reddito hanno percentuali più elevate, a partire da quello da lavoro autonomo.
L’indice di concentrazione è più elevato nelle zone a maggior reddito, ma si mantiene al di sotto di 0,6 (la media cittadina è 0,448), come anche valori più alti del rapporto interquintilico.

Composizione e Distribuzione dei redditi lordi a Bologna per suddivisione sub comunale (Cap), anno 2019
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Fonte: elaborazione su dati del Dipartimento delle Finanze – dichiarazione dei redditi