Bonus di 80 euro: la verità viene a galla

di Franco Mostacci

bonus80euro

In un articolo di dicembre 2015 “Gli 80 euro finiti alle famiglie più ricche. E i poveri sono sempre più poveri” avevo evidenziato – dati alla mano – l’iniquità del provvedimento:

“…Il bonus di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti con un reddito compreso tra circa 8.100 e 26.000 euro, introdotto da Renzi a ridosso delle elezioni per il rinnovo dell’europarlamento e confermato con la legge di stabilità 2015 ha, semmai, contribuito ad aumentare le disuguaglianze, considerando che gli incapienti non ne hanno potuto beneficiare.
A riceverlo sono stati il 21,9% dei nuclei familiari (linea rossa punteggiata della figura), ma solo il 3,1% degli appartenenti al primo decile ne ha potuto usufruire e la proporzione cresce all’aumentare del reddito, raggiungendo proporzioni superiori al 30% per gli appartenenti all’ottavo e nono decile, che con redditi tra i 40 e i 50 mila euro all’anno, non avevano certo necessità di sostegno economico”.

Percentuale di nuclei beneficiari del bonus di 80 euro per decili di famiglie
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Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia

Mi ero poi soffermato sugli effetti che il bonus aveva avuto sui consumi delle famiglie, ritenendo poco veritiero ciò che emergeva dal Rapporto della Banca d’Italia “I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2014“:

“…Le famiglie intervistate dalla Banca d’Italia hanno dichiarato di aver speso il 90% dell’importo ricevuto, ma si tratta di una percezione che non trova riscontro nell’evidenza che l’85% delle famiglie beneficiarie ha conseguito nel 2014 un risparmio superiore al bonus ricevuto e che, quindi, aveva comunque disponibilità economiche per spendere”.

A distanza di quasi due anni – dopo che numerosi interventi, talvolta anche ufficiali  – avevano magnificato l’efficacia del provvedimento come stimolo alla ripresa dei consumi privati, a  rendere giustizia ci ha pensato lo studio pubblicato dalla stessa Banca d’Italia “L’effetto del bonus fiscale sulla spesa delle famiglie italiane: ‘il bonus 80 euro‘”:

Utilizzando la componente panel dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane, il lavoro stima l’effetto del bonus fiscale (decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014) sulla spesa delle famiglie italiane nel 2014. Si stima che le famiglie che hanno ricevuto il bonus abbiano aumentato la spesa mensile per alimentari e mezzi di trasporto di circa 20€ e 30€, rispettivamente, consumando circa il 50-60 per cento del bonus nel corso dello stesso anno. La quota è maggiore per le famiglie plausibilmente soggette a vincoli di liquidità…“.

Quindi, a fronte di un costo complessivo del provvedimento di 6,1 miliardi di euro per il 2014[1] (poi diventati 10 a regime dal 2015), i beneficiari ne hanno spesi solo 3,5, mentre i rimanenti 2,6  sono rimasti nelle loro tasche.

Ce n’è abbastanza per rivedere, fin dalla prossima Legge di Bilancio, i criteri di assegnazioni del bonus, vincolandoli quanto meno all’Isee, e destinando le risorse risparmiate a una seria lotta alla povertà.

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[1] Secondo i dati di consuntivo dell’Agenzia delle Entrate il bonus spettante, al netto delle somme recuperate a chi non aveva  diritto al beneficio o concesse in sede di dichiarazione dei redditi, è stato di 6.076.393.000 euro.