L’ansia da previsione del Pil

di Franco Mostacci

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Il 27 settembre sarà diffusa la Nota di Aggiornamento al Def (NaDef) per il 2016 che, stando alle anticipazioni di queste ore del ministro Padoan, dovrebbe contenere una revisione della crescita al ribasso.

Nulla di sorprendente, visto che le stime del Pil del primo semestre mostrano un rallentamento e che lo scenario macroeconomico della seconda metà dell’anno non è incoraggiante.

Oltre tutto, il fatto non costituirebbe una novità, visto che negli ultimi anni le previsioni di primavera del Def, si sono quasi sempre rivelate troppo ottimistiche (figura 1).

Nonostante l’effetto psicologico che potrebbe influenzare positivamente gli attori economici, stime di crescita lontane dalla realtà non consentono, però, di impostare una seria programmazione degli interventi pubblici e di stimolo all’economia.

Nel 2011 il governo Berlusconi pronosticava nel Def un aumento dell’1,1%, poi ridotto a 0,7% nella NaDef, comunque superiore al risultato effettivo.

Nel 2012 Monti si sbilanciò in primavera con un -1,2% che fu raddoppiato a settembre -2,4%.

Non andò meglio nel 2013 quando Letta in autunno fu costretto a correggere a -1,7% la previsione di -1,3% del suo predecessore.

L’era Renzi non sembra sottrarsi a questa regola, tranne che nel 2015, quando subito dopo l’estate il Governo cavalcò un accenno di ripresa rivedendo al rialzo la stima di crescita. Si dovrà attendere il prossimo 23 settembre per sapere se l’Istat confermerà per lo scorso anno  un aumento del Pil a +0,8% (frutto di arrotondamenti).

Non resta che attendere pochi giorni e sapremo dove il Governo fisserà l’asticella per il 2016, ben sapendo che un decimale in più o in meno non cambierà la sostanza delle cose. Salvo, poi, ripetere lo stesso giochino per l’anno che verrà.

Figura 1 – Confronto fra stime di crescita del Pil e risultati conseguiti – Anni 2011-2014 (valori percentuali)
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Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Istat