Nomina Oiv e Piano della performance, note dolenti in numerosi enti di ricerca

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

trasparenza valutazione e merito

Nel corso del 2015, cinque enti di ricerca su venti hanno rinnovato il proprio Organismo indipendente di valutazione (Oiv), dopo aver acquisito il parere della Funzione Pubblica, che con il decreto legge 90/2014 è subentrata nelle competenze in materia, in precedenza svolte dall’Anac.

Solo nel caso dell’Istat, c’è stata una sensibile diminuzione, da 60.000 a 25.000 euro, del compenso spettante all’organo collegiale. All’Istituto superiore di Sanità è stata confermata una spesa di 36.000 euro, ripartita in parti uguali tra i tre membri; ai nuovi componenti dell’Asi vanno 25.000 euro (quanto ai precedenti), mentre l’Infn non ha reso noto – come dovrebbe – la retribuzione dell’unica componente.

Note dolenti arrivano invece dall’Ispra, dove fino allo scorso anno l’Oiv era un organo monocratico affidato a una dipendente, che non percepiva compensi aggiuntivi. A dispetto della spending review, è stato nominato a titolo oneroso, per 19.173 euro l’anno, Alberto Stancanelli, dirigente della Presidenza del consiglio, che, a febbraio 2008, quando l’ente si chiamava Apat, aveva ricoperto l’incarico di direttore generale, dal quale si era dimesso dopo pochi mesi. Tale esperienza, forse per una svista, non viene riportata nel curriculum del dirigente, pubblicato sul sito web dell’Ispra.

Ammontano, invece, a sei (Istat, Indam, Indire, Ingv, Iss e Szn) gli enti di ricerca che non hanno prodotto il Piano della performance 2015-2017, che, ai sensi dell’articolo 10 comma 1 lettera a) del decreto legislativo 150/2009, doveva essere pubblicato entro il 31 gennaio scorso.

Attraverso questo importante strumento di programmazione, si individuano gli indirizzi e gli obiettivi strategici e operativi e gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance dell’amministrazione, nonché gli obiettivi assegnati al personale dirigenziale ed i relativi indicatori.

La mancata adozione del Piano della performance comporta il divieto di erogazione della retribuzione di risultato a quei dirigenti che, per omissione o inerzia nell’adempimento dei propri compiti, hanno concorso all’inadempienza. Penalizzata anche l’amministrazione che non può procedere ad assunzioni di personale o al conferimento di incarichi di consulenza o di collaborazione.

Quasi la metà degli enti di ricerca, nove su venti, non hanno, poi, pubblicato la Relazione sulla performance per l’anno 2014, soggetta a validazione da parte dell’Oiv, che ne assicura la visibilità attraverso la pubblicazione sul sito istituzionale dell’amministrazione.

In sintesi, emerge tra gli enti di ricerca un quadro di scarsa attenzione nei confronti degli aspetti legati alla performance e alla valutazione. Permangono, infine, i dubbi già espressi in passato sull’utilità degli Oiv, soprattutto in relazione agli elevati costi che le amministrazioni sostengono per remunerare l’attività di dirigenti e professionisti esterni, peraltro individuati con criteri assai poco trasparenti.