Governo prestigiatore: abbassa le tasse ma aumenta l’Isee. Colpiti studenti e anziani

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

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La pressione fiscale in Italia è aumentata dal 40,2% del 2006 al 43,4% del 2014, raggiungendo un livello insostenibile per i contribuenti onesti, in considerazione dell’elevato livello di evasione.

Una riduzione delle tasse si traduce in un aumento del reddito disponibile per le famiglie, da destinare a un maggior consumo o al risparmio e rappresenta, perciò, una misura altamente auspicabile e condivisibile.

Se, però, nel contempo, si azzerano le agevolazioni per la fruizione di alcuni servizi, di cui godono le fasce più deboli della popolazione, si rischia di ottenere l’effetto contrario.

E’ quanto sta accadendo con la nuova disciplina dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, il cui calcolo è stato aggiornato a partire da quest’anno con l’entrata in vigore del Dpcm 159/2013.

Attraverso l’Isee è possibile ottenere una riduzione sul pagamento di numerosi servizi e prestazioni sociali, dalla retta dell’asilo nido alle tasse universitarie, dall’esenzione sul pagamento del ticket sanitario alle agevolazioni sui trasporti o sul canone Rai e via dicendo.

Per ottenere l’Isee bisogna sommare la situazione reddituale (Isr) a quella patrimoniale (Isp), sia mobiliare che immobiliare, nella misura del 20% e dividere il risultato per una scala di equivalenza che tiene conto della numerosità del nucleo familiare, con bonus aggiuntivi in caso di presenza di minori, soprattutto se di età inferiore ai 3 anni.

Un punto qualificante del nuovo sistema è che la certificazione non è più effettuata dai Caf, che si limitano a trasmettere le richieste, ma dall’Inps, che verifica quanto dichiarato con i dati in possesso dell’Agenzia delle entrate e dell’Anagrafe tributaria. Tale misura dovrebbe essere sufficiente per ridurre i comportamenti elusivi – in particolar modo le dichiarazioni mendaci sui conti correnti bancari – anche se ben poco può fare rispetto all’evasione fiscale.

Molti, a parità di redditi e situazione patrimoniale, hanno avuto l’amara sorpresa di vedersi recapitare dall’Inps un valore Isee di gran lunga superiore a quello dell’anno precedente.

La colpa è da attribuire principalmente a due fattori: a) nella componente dei redditi vanno conteggiati anche quelli fiscalmente esenti, come ad esempio l’assegno di invalidità; b) il valore dell’immobile posseduto è aumentato del 60%, perché ora viene riferito all’imponibile Imu e non più a quello Ici.

La protesta sta iniziando a montare, soprattutto tra gli studenti universitari che vedono minacciato il diritto allo studio, non solo per il pagamento di tasse di iscrizione più elevate, ma anche per il rischio di rimanere esclusi dalle graduatorie per l’accesso alle borse di studio o alle residenze universitarie.

Altri, inclusi molti anziani, si troveranno prima o poi a sperimentare in un modo o nell’altro gli effetti del nuovo Isee, dovendo sborsare di tasca propria il corrispettivo di un servizio o di una prestazione sociale ai quali in precedenza accedevano a titolo gratuito o agevolato.

Da un lato, con la Legge di Stabilità, il Governo vorrebbe diminuire la pressione fiscale a partire dalle imposte sulla prima casa, dall’altro viene chiesto un sacrificio economico aggiuntivo alle fasce socialmente più deboli della popolazione, il cui reddito disponibile è stato provato dai lunghi anni di recessione.

Il premier Renzi ha dichiarato che ridurre le tasse è giusto e non è né di destra né di sinistra. Ma se per compensare gli enti locali del minor gettito si deve ricorrere a tali mezzi, allora ci troviamo di fronte a una politica iniqua e inqualificabile.