Che fine fanno le segnalazioni inviate all’Anac dall’Usi-Ricerca?

di Franco Mostacci
pubblicato sul Foglietto della Ricerca

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L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha pubblicato sul proprio sito l’aggiornamento della rendicontazione periodica degli esiti dell’attività di vigilanza in materia di trasparenza sulle segnalazioni ricevute nell’anno 2015.

Il decreto legislativo n. 33/2013 sulla trasparenza e l’integrità delle pubbliche amministrazioni prevede che ogni ente nomini un responsabile per la trasparenza, che cura la pubblicazione di una serie di informazioni a carattere obbligatorio sul sito internet dello stesso ente. Chiunque accerti un’omissione, può inoltrare per posta elettronica una richiesta di accesso civico, per chiedere l’integrazione entro trenta giorni dei contenuti mancanti.

Se la questione non si risolve, il richiedente può rivolgersi al titolare del potere sostitutivo, una figura apicale all’interno dell’amministrazione medesima, che ha, a sua volta, 15 giorni per far sistemare la cosa.

Se anche questo secondo tentativo va a vuoto,è possibile inviare una segnalazione all’Anac, compilando il modulo on line disponibile sul sito web www.campagnatrasparenza.it. Al termine, il segnalante riceve per posta elettronica una conferma dell’avvenuta registrazione dell’operazione.

Tra il primo gennaio e il 6 agosto 2015, secondo quanto si ricava dal documento Excel sugli esiti dell’attività di vigilanza in materia di trasparenza, l’Anac avrebbe accertato l’inosservanza di 59 segnalazioni, alcune delle quali andate a buon fine, dopo il sollecito dell’Autorità, per intervenuto adeguamento da parte dell’amministrazione chiamata in causa.

Nel prospetto dell’Anac non si trova, però, traccia delle 36 segnalazioni inviate da Usi-Ricerca dall’inizio dell’anno: la 1333 del 19 aprile e la 1356 del 3 maggio sul mancato aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione 2015-2017, rispettivamente da parte dell’Istat e del Cra e le segnalazioni che vanno da 1482 a 1515 riguardanti tutti o quasi gli enti di ricerca e inadempimenti di vario genere.

L’Anac ha fatto sapere al sindacato che la segnalazione n. 1513 sulla mancata pubblicazione del regolamenti che disciplinano l’esercizio della facoltà di accesso telematico e il riutilizzo dei dati da parte del Centro Fermi è stata archiviata, non avendo lo stesso sindacato preliminarmente provveduto ad attivare il potere sostitutivo. Questo perché al Museo storico della fisica e centro studi e ricerche Enrico Fermi il direttore amministrativo è anche responsabile per la trasparenza, mentre il titolare del potere sostitutivo non è indicato e, quindi, coincide con il direttore amministrativo medesimo, il quale non ha risposto alla richiesta di accesso civico inviata il 5 marzo scorso da Usi-Ricerca, confidando – a ragione – sull’inerzia dell’Anac.

La segnalazione n. 1498 sull’assenza del catalogo dei dati, metadati e relative banche dati in possesso dell’amministrazione nel sito dell’Asi ha, invece, avuto un seguito, in quanto l’Anac il 24 settembre scorso ha scritto all’Agenzia Spaziale Italiana per invitarla ad adempiere.

Sulle altre 34 segnalazioni regna il buio più assoluto e il sito dell’Anac non aiuta a chiarire la situazione, in quanto non specifica se le 59 segnalazioni di cui dà conto sono esaustive di quelle finora ricevute nel 2015, oppure se l’attività di verifica prosegua, seppure a rilento.

Sicuramente le informazioni rilasciate dall’Anac lasciano alquanto a desiderare, proprio in termini di quella trasparenza che si vorrebbe invece tutelare.