Perchè non ha senso costruire il termovalorizzatore a Roma? Lo dicono i numeri

di Franco Mostacci
pubblicato su Il Foglietto della Ricerca

gualtieri

La costruzione di un termovalorizzatore (rectius: inceneritore) da 600 mila tonnellate in località Santa Palomba è stata fortemente (e insensatamente) voluta dal sindaco Gualtieri, che con l’articolo 13 del decreto legge n. 50 del 2022 è stato nominato Commissario di governo per la gestione dei rifiuti a Roma, scavalcando in tal modo la competenza regionale in materia.

Contro tale decisione è prevista una manifestazione in Campidoglio oggi pomeriggio alle 17, organizzata da Legambiente, con una inattesa anteprima a Viva Rai2 di Fiorello.

Al di là delle argomentazioni di carattere ambientale, che da sole basterebbero a sconsigliare il ricorso a soluzioni ormai anacronistiche per la chiusura del ciclo dei rifiuti, sono i numeri a farci capire l’illogicità della proposta.

Rifiuti urbani nel comune di Roma – anno 2012-2021 (tonnellate)
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Fonte: Catasto nazionale dei rifiuti (Ispra)

Nel 2021, a Roma sono state prodotte quasi 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e di queste 715 mila sono rappresentate dalla raccolta differenziata (di cui 251 mila di carta e cartone, 244 mila di compostabile, 71 mila di vetro e 41 mila di plastica).

Quota di raccolta differenziata nel comune di Roma – anno 2012-2021 (valori percentuali)
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Fonte: Catasto nazionale dei rifiuti (Ispra)

La quota di raccolta differenziata – destinata al riciclo e al riuso – sfiora il 45% del totale, quasi 20 punti in meno della media nazionale e lontanissima dall’obiettivo del 65% che doveva essere raggiunto nel 2012, che corrisponderebbe a più di un milione di tonnellate nel 2021.

Gli investimenti (in impianti, mezzi, forza lavoro) andrebbero, quindi, convogliati per incrementare la quantità di raccolta differenziata – che genera anche un ritorno in termini economici del materiale ceduto ai consorzi del riciclo – rendendo al tempo stesso inutile la presenza dell’ingombrante termovalorizzatore al confine con il comune di Pomezia.

Anche la riscossione della Ta.Ri. mostra le inefficienze di Roma Capitale. Nel 2021, a fronte di 821 milioni di euro accertati, ne sono entrati solo 383, con una capacità di riscossione di appena il 47%, 9 punti in meno della media nazionale. Altri 259 milioni di euro, provengono dalla riscossione in conto residui accumulati negli anni precedenti, ma sono sempre troppo pochi in confronto a quelli che si erano accumulati, molti dei quali, con il passare del tempo, vengono dichiarati inesigibili, ovvero definitivamente persi per le casse comunali.

Incentivare la raccolta differenziata e aumentare la capacità e la tempestività di riscossione della Ta.Ri. sono le uniche due ricette da portare avanti per gestire in maniera ottimale la gestione dei rifiuti urbani a Roma. Il Sindaco pro tempore si rimbocchi le maniche, anziché percorrere la dannosa, costosa e insensata scorciatoia dell’inceneritore.